Archivio | 18 ottobre 2013

A camminare sui libri

libro aperto
Camminare sopra un libro proprio no. Non riesco proprio ad immaginarlo. Dentro ad un libro forse, è più possibile. Dovresti immaginarlo invece. Soprattutto guardando una cartina dell’Appennino tosco-emiliano. Libro Aperto si chiama quel monte e niente è più strano che camminarci sopra. Di questi tempi e con i colori che ci circondano, sembra più di camminare dentro ad un quadro, però. Camminarci insieme. In fila indiana, come frasi sottolineate con il lapis, come un segnalibro di quelli di raso sottile che penzola nel vuoto. Libri mai dimenticati, libri sognati. Libri lasciati a mezzo come valigie sfatte, libri mai cominciati. Libri sul comodino a prendere polvere e a fare compagnia. Libri prestati e mai più riavuti. Libri regalati. “Ridi Sandra ridi” avevi scritto in quella dedica. E te lo volevo dire, mai dedica mi fece più ridere e mi portò fortuna. Libri come attese, come scoperte, come compagni di viaggio. Libri che non ho avuto il coraggio di finire e ce n’è uno lasciato lì, con la punta della pagina piegata per quando sarà il momento di scoprirlo. Libri pesanti nei traslochi. Libri un po’ qui e un po’ là perché questa casa è troppo piccola. Libri che ho imparato a leggere prima di andare a scuola perché la curiosità muove la mente e le parole. Libri ai quali manca una “e” per essere liberi. Libri che sono qui adesso a camminare su questo crinale di un libro aperto sul futuro. A chiedermi come andrà a finire, se ho letto solo il primo capitolo oppure sono già a buon punto della storia. Se questo passo sarà a lungo così leggero e luminoso oppure ad un certo punto annoierà, diventerà pesante e verrà voglia di lasciarla lì a mezzo, la storia. Cammino in equilibrio tra parole strane e belle emozioni con la curiosità e l’apertura ad ogni possibile finale.
“Quello che mi dispiace è sapere che tra poco queste lunghe camminate non potrò più farle”. Mi dice il grande saggio guardandomi con gli occhi lucidi. Vorrei rispondergli “ma no”. Ma siamo tutti e due grandi abbastanza da sapere che ogni libro ha la sua fine. Dov’è allora il mio libro? E’ qui. Adesso. In quell’abbraccio dolce e lunghissimo che non mi farebbe più girare pagina.