Erano nel sedile accanto al mio. Sul treno. Una coppia dall’età indefinita, grandi direi. Grandi per dire che avevano i capelli bianchi. Lui indossava un cappello di paglia piuttosto mal messo e una camicia di lino assai stropicciata anche se dice sia il suo bello. Lei, seduta di fronte, aveva un paio di pantaloncini corti che mettevano in bella mostra gli innumerevoli pinzi di zanzara che le avevano martoriato le gambe. Inglesi, americani, francesi… E’ più facile definirli stranieri. Mia madre avrebbe aggiunto “non gliene importa nulla di come son vestiti. Fanno proprio bene. Fanno il loro comodo. Bon per loro!” Ad un certo punto, appena il treno è giunto nelle vicinanze della stazione, ho visto i loro occhi guardarsi luminosi alla vista del cartello “Firenze S.M.N”. Forse un loro sogno stava per realizzarsi. Forse Firenze era la meta di un viaggio desiderato da tempo. E mi sono incantata di fronte alla loro gioia quasi fossi testimone di un piccolo miracolo. Ed ho pensato che fra le cose più belle da fare con qualcuno che si ama è fare un viaggio insieme. Arrivare in un luogo sconosciuto come due pionieri e farsi contagiare dal nuovo. Farlo insieme, per curiosità, per scoperta, per gioco. Essere due conosciuti in una terra sconosciuta. Ho immaginato vederli camminare per Firenze mano nella mano, a volte occhi negli occhi, a darsi conferme, rimandi e bellezze.
Quando vai in una città dove hai vissuto venti anni e ci vai come turista ti prendi solo il bello. Ti ricordi solo il bello. Questo faccio io. Così, uscita dalla stazione, mi sono diretta in Oltrarno a piedi. Via dell’Albero. Sì, sì, si chiamava proprio così. Una viuzza stretta dove di certo non convergono gli itinerari turistici. Era lì in fondo. Quel bugigattolo di locale buio e fumoso dove studenti e forse anche dopo passavamo il sabato sera. Ad ascoltare musica dal vivo. Chitarra, tastiera, voce a batteria. Questa la formazione completa. A volte solo chitarra e voce. Dipende da chi c’era. Ma adesso dov’è? Stento a ricordare bene dove fosse di preciso, quale fosse il numero civico. Quello che capisco è che di sicuro non c’è più. Soppiantato da un internet point, forse da un ristorante, forse da quel negozio cinese. “ E’ dura campare di musica” mi hai detto l’altra sera al telefono “è dura campare di sogni” avrei voluto risponderti. Ricordo che quando entravo nel locale, se non l’avevano già suonata, visto che era quasi sempre parte del repertorio, dopo un po’ andavo a richiedere una canzone. Una canzone di Vecchioni. Una di quelle meno conosciute e che avevo sentito proprio lì la prima volta. S’intitola “Pesci nelle orecchie”. Alla fine della canzone la chitarra si ferma improvvisamente, poi solo voce“…Amore non è vero, amore t’amo, amore ascoltami. Quante volte avrei voluto dirti, sai: se non ci fossi tu…poi non l’ho detto mai. Ta-ta-ta tatataratata” e riparte la chitarra.
E’ dura campare …
comunque :-)
Amo viaggiare più qualsiasi cosa al mondo… non andare in vacanza ma viaggiare… con pochi soldi, pochi mezzi, all’avventura. Parlare con la gente, perdermi, scovare posticini unici… Fotografare. Annusare profumi, odori e puzzi. Ascoltare i suoni. Assaporare gusti nuovi sconosciuti. Il viaggio, soprattutto in una terra lontana e per te nuova è un’esperienza che ti risveglia tutti i sensi e torni a casa colmo… ed è bellissimo poter fare un viaggio con la persona che ami. Beato chi può…
Ti ci porto io! Ma dei puzzi però farei sinceramente a meno :-)
Accidenti accidenti accidenti!!! Con quanta delicatezza metti insieme le parole, e i miei ricordi da studentessa a Firenze, svolazzano.
Stammibene
Lasciamoli svolazzare, allora. :-)
non ci credo, mentre ti leggo e dico che bel post e ti ho messo il like lo hai fatto te.
Bello questo post.
Bello anche il fatto che io ci viva qui, perchè anche se ci vivo per me è ancora un viaggio!
Via dell’Albero eh? Ora guardo …
E’ una forma rara di telelikepatia, non lo sapevi? :-) Vedere ancora Firenze con gli occhi di chi la scopre per la prima volta, pur abitandoci, è tipico delle persone curiose e giovani nell’animo.(dice)
… dice … :-)
PS. la prossima volta aperitivo offerto in Oltrarno.
Non c’incastra niente. Conosci Pian degli Ontani?
Dolcemente nostalgico, come sai fare tu.
Brava sempre, mi è parso di vederti mentre cercavi quel locale.
Un abbraccio a te!
Grazie Miss. Mi dici sempre cose belle.
Bello viaggiare così anche nella propria città…non si finisce mai di scoprire e di riscoprire dei bei posti…
Brava Sandra, sempre bello leggerti!
ciao
.marta
Per viaggiare davvero bisogna avere sempre occhi nuovi. Recita un adagio.ciao Marta
assolutamente d’accordo, fare una viaggio è una delle condivisioni più belle.
e m’hai fatto tornare in mente di quella bottega là, in quella viuzza di siena che non è così facile da ritorvare, la bottega del sudicio ignudo, che come faceva la pasta in casa, solo lui. e ora, ora c’ha pensato l’asl a togliere la poesia.
No! il sudicio ignudo l’asl non o doveva toccare!
Dalla, in un disco con De Gregori, diceva più o meno questo:
c’è chi viaggia vedendo cose, e chi guardando
si, insomma, mi hai evocato questa cosa che condivido, e che trovo molto giusta
ho fatto abbastanza confusione?
Un po’ :-) ma il bello del viaggio è anche perdersi per poi ritrovarsi :-)
quanta bellezza, senza altre parole, bellezza e punto. nostalgia, ricordi, pensieri.
Detto da te edp. Grazie. Ci credo anche se non fosse vero :-)
Ganza penna, mi garba leggerti che parti da due “vecchietti” e arrivi alla tua giovinezza
ml
Viaggio sempre al contrario ultimamente. :-)
Bellissimo viaggio, Sandra.
Grazie :*
Grazie per l’incoraggiamento :-)
che dire….semplicemente bello :-)
gatto, gatto…che dire…grazie.sono contenta ti sia piaciuto :-)
Una delle parti che amavo di più, quando ancora viaggiavo, era la preparazione. Scelta, itinerari, informazioni. Riempivano di attesa e meraviglia. Certo viaggi fatti in due ….
Infatti, se non altro si può viaggiare anche da soli o con amici ;-)
Ho una rara forma di Alzheimer turistico per cui non ricordo mai i nomi dei posti in cui sono stata. A volte non ricordo neppure i posti, per me è sempre tutto nuovo… Se però posso associare ai luoghi un ricordo o un’emozione li rammento per quello… Lo so sono squinternata… E tu bravissima ad evocare sensazioni :)
Non sei la sola ad essere affetta da quel morbo. Una mia amica carissima lo è altrettanto. A me lei sta simpaticissima. Grazie ;-)
Stupendo!
Grazie :-)
E’ la vita, il viaggio: viaggiare ce lo sottolinea :)
E sì, un’esperienza di viaggio unisce, come ogni avventura della vita: ma quella eccezionale dimensione di sospensione del quotidiano ne accresce la consapevolezza.
(Io vivo a Roma, nello stesso palazzo in cui risiedo da quando sono nata; non me ne sono mai andata. Eppure anch’io possiedo la capacità di guardarla con occhi di turista. Il che mi giova a non darla mai per scontata, a mantenere la gioia della meraviglia. Credo sia questa una condizione essenziale, naturale, per vivere appieno in città tanto “ingombranti” patrimoni dell’umanità come Roma o Firenze, coi secoli e millenni di cultura, arte e storia di cui sono impregnate che aleggiano così intensamente tra le loro mura :) )
Hai detto bene Cri, il viaggio è già insito nella vita. Grazie per la tua visita. Sempre gradita.
viaggiare con curiosità coraggio e autonomia per me è questo il viaggio che faccio vivendo la mia vita che faccio quando scelgo di essere una “turista”, viaggiare può risvegliare ricchezze interiori insospettabili e mostrarci la strada che cercavamo da tanto tempo…grande Sandrina
Sfagiolina ti dico solo “grazie”. Ma un grazie detto con il cuore.
Più m’allontano nel mondo e più sono felice, da quando da bambino rimanevo con una gigantesca sgranatura d’occhi al cospetto delle carte geografiche con i bozzetti di animali e monumenti, su Conoscere (te lo ricordi?)
Vero pure che, chi sa viaggiare tra due porte di casa propria è l’uomo/donna più fortunato di tutti :-)
La cosa più bella è quella che dici alla fine. (certo che Conoscere me lo ricordo. Anche I Quindici se è per questo ;-))
si, ma è veramente la più bella dopo che un po’ di mondo l’hai visto, viaggiare sulla terra è nel destino dell’Uomo.
Viaggi nel tempo…che bello leggerti, che delicatezza nel tradurre emozioni in parole…sorrido…
Bisogna anche saperle sentire…ricambio il sorriso.